La Pasqua napoletana : il casatiello

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La Pasqua napoletana : il casatiello

Quando porto i miei clienti in giro per Napoli mi diverto a vedere le loro facce piene di stupore. Non solo i monumenti attiravano il loro sguardo ma anche e per alcuni soprattutto il cibo!  Da qui la frase che puntualmente torno a ripetere in ogni tour di Napoli , quasi come se facesse parte delle nozioni storiche imparate: Siete a Napoli, scordatevi la dieta!

La cucina napoletana si sa, è ricchissima e forte è la sua tradizione che si sente soprattutto nelle feste. Oggi, essendo in periodo pasquale vi parlo di uno dei dolci tipici della Pasqua : Il Casatiello. meno conosciuto forse, della sua sorella Pastiera.

In realtà chiamarlo dolce è improprio poichè il casatiello è tutto fuorchè dolce. Ma partiamo dalle origini e per origini si intendono quelle greco romane. Sappiamo infatti che molte sacerdotesse dell’antica Roma erano e dovevano essere Campane e che a Napoli forte era il culto il Cerere/Demetra un culto proveniente dalla Grecia e che aveva diverse scuole misteriche sparse tra le sue città, tra cui Napoli. Se andiamo infatti nella via dei presepi e aguzziamo l’occhio possiamo ancora vedere un bassorilievo di 2.000 fa scolpito nel muro rappresentante una processione. Cerere era la dea della fertilità e delle messi e a essa, in primavera , quando la natura si risvegliava e tornava alla vita si offrivano offerte di varie tipo e qui , possiamo iniziare a parlare di cibo! 

Quello che usiamo mangiare ora , durante la nostra Pasqua è un chiaro richiamo alle antiche offerte i cui ingredienti infatti richiamano la fertilità: L’uovo , simbolo di rinascita (nonché centro del mondo), che troviamo tra l’altro anche in altre culture come quella inglese dove per l’appunto abbiamo il coniglietto pasquale va in giro a regalare uova. Poi il grano che è l’elemento in comune, della pastiera e il casatiello . Sia l’uno che l’altro però derivano da focacce che i greci e poi i romani preparavano per i riti su descritti.

I greci in particolare impastavano degli sfornati, che posiamo dire antenati delle nostre pagnotte,  con vari ingredienti tra cui : olive, carne, formaggio e ovviamente uova ( a volte anche frutta secca). Questi ingredienti se riflettete sono gli stessi che si impastano nel  casatiello napoletano la cui forma è di una grossa ciambella. Rispetto all’antica ricetta greca però noi usiamo mettere lo strutto . Se non c’è strutto è una ciambella pezzottata (falsa) come diciamo noi!

In ogni caso è proprio  una focaccia di questo modo che veniva dato in offerta alla dea Cerere  , addirittura è possibile vederla in un bassorilievo del più celebre museo francese, il Louvre!  Quest’ultima è molto interessante perchè ne mostra la chiara forma, non solo circolare ma con un buco al centro come fosse una ciambella o….un ombellico… altro simbolo di fertilità! Questo pane era chiamato “plakpuntes" il cui significato era “piatto", come la placenta. . I romani poi importeranno questo pane modificandolo un pò ma mantenendovi un nome dalla pronuncia simile ma aggiungendovi  l’aggettivo caseata il cui significato latino ( caseus) è ..formaggio! La pasqua però è cristiana nel progetto di mutuazione adoperato dalla chiesa ci furono dei cambiamenti come per esempio inserire elementi più sostanziosi tipo la carne da poter mangiare finalmente dopo il periodo di quaresima, alle due strisce di pasta disposte a croce che è un chiaro rimando alla passione di Gesù Cristo. 

Bhè spero con questo articolo , oltre a farvi venire fame, di avervi anche incuriosito e vi aspetto qui a Napoli e per i siti della Campania per qualche visita guidata con me  

Fabio Comella guida turistica per la regione Campania