Vedi Napoli e poi muori….un detto antico che viene spesso citato più che altro dai detrattori della città erroneamente, tra l’altro.

L’origine della frase la si fa risalire al famoso scrittore tededesco  Goethe che visitando la città ebbe a dire : Vedi Napoli e poi muori"

Ghoete come tanti altri artisti , poeti e scrittori del gran tour , venne in Italia per ammirare le sue incredibili bellezze. Il gran Tour era un fenomeno che convogliava nobili e artisti dal nord Europa  In Italia, per “svernare" e godere dell’immenso patrimonio artistico del nostro paese. Questo afflusso di persone (una sorta di erasmus, và ) però riguardava le maggiori città d’arte e fino a Roma. Ma dalla seconda metà del settecento con le scoperte di Ercolano ,Pompei e la recente apertura di uno dei più bei teatri europei, il San Carlo di Napoli, artisti e poeti si spinsero fino alla Campania riscoprendo così l’antica “Campania felix"

Goethe giunse a Napoli nel febbraio del 1787 e vi rimase per molto tempo. La città lo colpì al tal punto che scrisse numerosi versi per decantare la bellezza di Napoli. Uno di questi recita: “Da quanto si dica, si narri o si dipinga,  Napoli supera tutto: la riva, la baia , il golfo, il Vesuvio, le città, le vicine campagne, i castelli le passeggiate…Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi"

Nella sua permanenza Goethe imparò un nuovo modo di vivere e di approcciarsi alle persone e alla vita in generale senza preoccupazioni e affanni, cose che gli erano sconosciute in Germania. Goethe definisce Napoli un paradiso" Tutti vivono in uno stato di ebbrezza e di  oblio di sè stessi. A me accade lo stesso, non mi riconosco quasi più, mi sembra di essere un altro uomo"

Ghoete ritorno in Germania poi ma ne soffrì molto. Ormai piu napoletano che tedesco ( Mi viene da pensare a Dries Mertens) mal si adattava alla vita nel suo paese e da qui la sua frase “Vedi Napoli e poi muori" .Lo scrittore ha voluto consigliare di vedere Napoli almeno una volta nella sua vita perchè Napoli ti trasforma. Le sue bellezze, la vita edonistica delle persone, la sua frenesia che si trasforma in energia e l’arte che è sempre sollievo per lo spirito!

Tuttavia però lo scrittore contemporaneo Angeolo Forgiorne fa notare che il detto sia ancora più antico di Goethe stesso! Questo secondo il blogger napoletano era riferito all’usanza che si temeva in epoca vicereale quando i condannati a morte prima di essere giustiziati a piazza mercato dovevano percorrere l’intera città o almeno gran parte di essa, ammanettati ed esposti al pubblico ludibrio avendo quindi modo di dare un ultimo sguardo alla città

In ogni caso io personalmente credo che il motto più adatto a Napoli sia “Vedi Napoli e poi vivi!" Perchè Napoli , non si può negare, ha tanti problemi ma è sicuramente una città viva, magica e che ti inebria di energia!

Dott. Fabio Comella, Guida turistica per la regione Campania

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VEDI NAPOLI E POI MUORI…PERCHè?

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VEDI NAPOLI E POI MUORI…PERCHè?

9 Replies to “VEDI NAPOLI E POI MUORI…PERCHè?”

  1. La frase, come scrive Forgione, deriva dall’epoca vicereale, i condannati per evasione fiscale dal tribunale amministrativo, che era presso castel sant’Elmo. Venivano portati ammanettati a piazza mercato, per la via pedamentina che scende dal castello fino alla piazza per essere esposti alla pubblica gogna. Prima di arrivarci passando per vicoletti intravedevano tutta la città, il mare ed il suo golfo. Quindi “vedi Napoli e poi muori

  2. Vedi Napoli eppoi muori…. d’invidia perché non trovi niente di più bello al mondo e nella tua città.

  3. I miei ricordi di Napoli sono i ricordi di una bimba di circa 6 o 7 anni. Mi impressionarono molto i panni stesi sui fili che “attraversavano” i vicoli da un balcone a quello di fronte! Ed una carrucola provvedeva per il ritiro della biancheria asciutta! E la vita che c’era in quei vicoli. Lì ci viveva una zia di mia madre.

  4. Grazie a te e a tutti quelli che con articoli video e aneddoti fanno conoscere meglio Napoli a me figlio di napoletani. Così poi da trasmettere il tutto ai miei figli.

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